Esempio di poesia drammatica
Lezioni Di Spagnolo / / July 04, 2021
Il poesia drammatica, È quella poesia che nelle commedie si concentra principalmente su tragedie o drammi, in cui si mescolano l'ironia con le avversità del dramma. In questo tipo di poesia vengono eseguite con dialoghi tra i personaggi. La controparte di questa poesia è la commedia, sebbene appartenga a questo stesso ramo e in cui il finale è felice o almeno non tragico.
La poesia drammatica ha la sua origine in Grecia e la parola drammatica deriva dal greco "dramatikos". Originariamente era parlato in latino per essere visto dai romani.
Alcuni autori antichi riconosciuti erano:
Plauto
Terenzio e
Seneca.
Esempio di poesia drammatica:
"Frammento dell'eunuco di Publio Terence Africano"
atto i
scena io
FEDRO, PARMENONE.
USTRA.- Ebbene, che faccio? Andrà bene per me andare ora che lei?
mi chiamerà, o sarà meglio che mi sforzi di non subire insulti
di puttane? Mi sdraio e ora mi chiama di nuovo: tornerò? No, quindi io
L'ho pregato.
PARMENONE.- Per fede, per fede che se tu potessi farlo, niente di meglio o
più simile a un uomo. Ma se lo intraprendi e non perseveri in
fermamente, quando non puoi soffrire, senza chiamarti nessuno
e senza fare ammenda, vieni a casa sua dimostrando che la ami e
che non puoi sopportare la sua assenza, hai finito, non c'è altro che
fallo, sei perso. Prenditi in giro quando ti senti arreso.
USTRA.- Allora lei, ora che è ora, la guardi bene.
PARMENON.- Signore, quando la cosa in sé non ha consigli, non c'è modo
nessuno, nessuno può governarlo o trattarlo con consigli. In amore c'è
tutte queste colpe: rancori, sospetti, inimicizie, tregue,
guerre, poi pace. Chi pretenderebbe di governare cose così incerte?
con una certa ragione, sarebbe come qualcuno che vuole impazzire con il bene
cervello. E tutto ciò che pensi ora tra te, molto arrabbiato e
irato: «Io... a una donna che all'altra... che io... non???
Lentamente; Più voglio morire! Vedrai chi sono»; tutti questi
parole saranno da lei pagate, in buona fede, con una falsa lacrima che,
a forza di stropicciarsi gli occhi, lo costringerà a uscire, e
ti accuserai e ti darai volentieri
vendetta.
FEDRO. Oh, che umiliazione! Ora capisco quanto sia grande
lei, ed io come miserabile: e mi arrabbio, e l'abbraccio nel suo amore, e
consapevolmente, a mio giudizio, vivo, e vedendolo io stesso, mi perdo, e non so cosa
fammi.
PARMENONE. Che fai, ma siccome sei prigioniero, salva te stesso?
almeno tu puoi; e se non puoi restringere, allora
puoi, e non addolorarti?
USTRA.- È questo il suo consiglio?
PARMENONE. Sì, se sei sano di mente. E che non più dolori alleati a
quelli che l'amore stesso porta con sé, e che quelli che porta,
soffrire con coraggio. (Indicando a TAIS, che in questo momento lascia il suo
casa.) Ma hela dove la pietra esce dalla nostra fattoria; perché
che dovevamo prosperare, l'ha rasato.