30 esempi di prosopopea
Varie / / July 04, 2021
Prosopopea
Il prosopopea o personificazione È una figura letteraria che consiste nell'attribuire qualità o abilità umane (come pensare, ragionare o parlare) a cose inanimate. Per esempio: Il vento sussurrava inesorabile.
Il termine "prosopopea" è di origine greca ed è legato al termine prossopon, che significa "ciò che va davanti al viso", cioè "maschera". In un certo senso la prosopopea dà vita a oggetti che ne sono sprovvisti.
Caratteristiche della prosopopea
La prosopopea è una figura letteraria logica, cioè ha a che fare con le relazioni logiche tra le idee all'interno di un testo, e non con la dizione. Né è un tropo, come lo è una metafora, poiché nei tropi il vero nome di qualcosa è sostituito da un'altra parola.
La prosopopea è frequentemente usata in favole e storie per bambini, forse perché si crede che i bambini abbiano bisogno di riferimenti che li avvicinino al mondo umano, più vicini e più familiari. In ogni caso, le prosopopee compaiono anche nei racconti per adulti e nella poesia in generale.
Esempi di prosopopea
- Il bandoneon dimenticato nel vecchio guardaroba piange.
- Il vento ruggiva senza sosta, giorno e notte.
- La mattina sbadigliò e indossò le pantofole blu.
- "Cosa facevi quando il tempo era caldo e bello?" Chiese la formica.
- "Cantava giorno e notte liberamente", rispose la spensierata cicala.
- Il semaforo lampeggia, la gente aspetta affollata per poter attraversare.
- Le lucciole ci mostreranno la strada.
- Il vecchio salice geme di tristezza, i bambini non giocano più alla sua ombra.
- E l'anatra disse: "Quale animale ha fatto il cielo così tanti doni, che se mi stanco di nuotare, se ne ho voglia, volo?"
- L'orologio gli disse l'ora e corse al lavoro.
- Il fuoco si abbassò, fino a diventare solo un esile braciere grigio.
- "Sono sicuro di poterti vincere una gara", disse la tartaruga alla lepre.
- La tempesta non si placò fino al tramonto.
- “Io?” Rispose stupita la lepre.
- La poltrona ci invita a sederci.
- Il letto ci chiede di svegliarci.
- L'ultima locomotiva in città è uscita di corsa fumando.
- E poi il lupo ha risposto: "Va bene! Ebbene, soffierò, soffierò e soffierò e abbatterò la tua casa”.
- La morte lo attende dietro l'angolo, lo sapeva già bene.
- L'auto conosce perfettamente la strada.
- E la lepre ha detto, vuoi fare una corsa?
- La fontana in piazza mi ascolta rassegnata, l'ultima moneta la lancio, e la chiedo ancora.
- La panchina in piazza mi manca quando non vado.
- Le stelle tremavano di paura, anche la luna si nascondeva spaventata dopo il ruggito.
- La bandiera era impolverata, di nuovo felice, sotto l'occhio vigile di tutti quei popcorn.
- Le nuvole corrono una maratona mentre le osserviamo dal finestrino dell'aereo.
- Presto si sarebbero uditi i lunghi singhiozzi dei violini autunnali.
- La mia penna descrive perfettamente tutto ciò che mi passa per la testa.
- Le margherite chiacchieravano, i garofani cercavano di cantare insieme, ma nessuno riusciva a sentirli.
- La vecchia amaca di ferro si lamenta e si lamenta, il nuovo scivolo si illumina con orgoglio e la ignora.
Altre figure retoriche:
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