Don Chisciotte, Donjuán e La Celestina
Letteratura / / July 04, 2021
Don Chisciotte, Donjuán e la Celestina (frammenti) Ramiro Maeztu y Whitney
Leggiamo Don Chisciotte, per il momento, senza una prospettiva storica. Non ci sono novità in questo: così è stato letto in Spagna. Proviamo a ricostruire l'impressione che ci lascia la sua prima lettura, se per caso non l'abbiamo letta da bambini, perché poi, a forza di ridere, non possiamo capirla. Dimentichiamo l'immensa letteratura critica che ha suscitato. Leggiamo le righe, e non tra le righe. Le opere d'arte non sono misteri accessibili solo all'iniziato, solo espressioni di sentimenti comunicabili. Per meglio precisare la natura delle emozioni che ci fa provare Don Chisciotte, confrontiamole con le prodotto da un'altra opera così fondamentale mangiata da Don Chisciotte, e del suo tempo: Amleto, di Shakespeare. La prima parte del Don Chisciotte, che è l'essenziale, fu pubblicata nel 1605; nello stesso anno venne messo in scena per la prima volta anche Amleto.
Quali emozioni susciterebbe Amleto nel borghese londinese che andava a teatro all'inizio del Seicento, e quale altro Don Chisciotte de la Mancha al soldato spagnolo che in quel tempo lo leggeva nella terra delle Fiandre o Italia? In questi tempi Ivan Turgenev ha detto che Amleto è il "simbolo del dubbio". Don Chisciotte è l'idealista che lavora; Amleto, colui che pensa e ^ analizza. Poche pagine sarebbero state dedicate al libro spagnolo così completo e amorevole come quelle del romanziere russo, che forse amava così tanto Don Chisciotte per lo stesso motivo per cui si sentiva personalmente molto più vicino al tipo di Frazione. Sarebbe assurdo tentare un parallelo tra le due opere che tenti di rivaleggiare con la sua in finezza spirituale, ma la necessità di farlo
dipende proprio dall'eccellenza di ciò che ha scritto Turgenev perché non si accontenta di presentarci gli eroi di Shakespeare e Cervantes come appaiono a prima lettura, ma piuttosto ci rivelano tratti del suo carattere, come la sensualità e l'egotismo di Amleto, che solo la riflessione rivela; e quella della suprema bontà di don Chisciotte, che è o può essere sempre evidente, ma che si nasconde dietro la sua follia, il suo ingegno, il suo coraggio e la sua avventure, fino a quando non ci viene rivelato all'ultimo minuto, quando Cervantes, stanco di prendere in giro il suo eroe, finisce non solo per amarlo, ma anche per scoprire di amarlo per sempre. Dimentica, se possibile, tutto ciò che è stato scritto su Don Chisciotte e Amleto. Leggiamo questi due lavori con semplicità.
La concezione di Don Chisciotte. Ma quando Cervantes tornò in patria, scoprì che i suoi meriti erano ignorati. Aveva ingenuamente immaginato che il successo nella vita dovesse essere una ragione diretta dei meriti ^ Questo crede anche il popolo spagnolo, che facilmente predico la prosperità per i talenti. Forse Cervantes non si è accorto che noi spagnoli proviamo così tanta pietà per le mediocrità che non tollereremo mai
lasciate che siano spogliati dei loro posti, per far posto alle capacità.
Fatto sta che questo eroe e poeta, conoscitore dell'ottima armonia dell'essere tutto, corpo e anima, raggiunge i cinquant'anni, data in cui poco nella sua mente appare più o meno il pensiero centrale di Don Chisciotte completamente fallito: da militare, poiché non ha fatto progressi nella carriera del Armi; come scrittore, perché le sue commedie non gli permettono di vivere con decoro; come uomo di carriera, poiché si guadagna da vivere raccogliendo crediti inesigibili; come uomo d'onore, perché prigioniero, e anche come uomo, perché storpio.
A cinquant'anni, Cervantes volge indietro gli occhi e si guarda. Trovare? I suoi ideali giovanili erano generosi; il suo braccio li sorreggeva senza paura; e nonostante loro, si ritrova un fallimento. Incolpare gli altri? Autocolpa? «Più versato nelle disgrazie che in versi», come dice di sé nell'esame della libreria; facendo il punto sulla sua vita passata, si rende conto dell'inutilità pratica dei suoi sogni, dei suoi ideali, dei suoi libri cavallereschi, delle sue avventure, del suo eroico coraggio. E in quel giorno malinconico e grigio nacque nella mente di Cervantes il concepimento di Don Chisciotte de la Mancha.