Concetto in definizione ABC
Varie / / November 13, 2021
Di Guillem Alsina González, nel dic. 2017
Probabilmente, se oggi i Galli sono famosi è grazie al militare e politico romano Giulio Cesare, alle sue campagne militari in Gallia (oggi Francia) e al libro chi ha scritto raccontandoleDi bel gallico, "La guerra gallica" in latino). E anche, perché no, alle avventure di Asterix e Obelix, i Galli più famosi tra noi, con il permesso di Vercingetorige.
I Galli erano un popolo celtico che viveva nella regione della Gallia (territorio che coincide in gran parte con l'odierna Francia, oltre al Belgio, e parte della Svizzera e della Germania.
Infatti, gli attuali francesi sono storicamente considerati eredi - sia culturali che "razziali" - di quei Galli, senza limitazioni, per la storiografia ufficiale del paese, il contributo di altri popoli, come i Franchi.
Infatti il nome "Galli" non è altro che il nome con cui i romani conoscevano quei popoli che i greci chiamavano "Celti". Noi, oggi, distinguiamo come Galli coloro che abitavano l'area dell'odierna Francia e dell'adiacente Belgio e ad ovest del fiume Reno (che li separava dai tedeschi), mentre, come Celti, conosciamo gli antichi abitanti delle Isole Britanniche e del nord della penisola Iberico.
Prima della conquista romana della penisola italiana, gli abitanti celtici del nord dell'attuale Italia erano anche conosciuti come Galli.
Come Celti, i Galli formavano un'unità culturale, ma non politica.
Questo ha funzionato contro di lui e ha aiutato i romani a conquistare il mondo celtico. E anche a livello culturale, i Galli mostravano differenze nelle regioni remote, cosa normale se si tiene conto che, in ogni paese (per quanto piccolo possa essere), troviamo già differenze tra le persone del nord e del sud, sia in il dialetto di un linguaggio comune, come tradizioni, feste, abbigliamento tradizionale...
Anche i romani videro queste sottili differenze tra i Galli di diverse regioni, dividendo a loro volta la Gallia in diverse regioni:
- Gallia Cisalpina. Quello corrispondente alla penisola italiana, prima di attraversare le Alpi in direzione di quella che oggi è la Svizzera o la Francia.
- Gallia Transalpina. Una volta attraversate le Alpi, dette anche also Gallia in coma o peloso, per le lunghe criniere che lasciavano i Galli.
- Gallia Belgio, differenziando così le tribù belghe dal resto. Forse per l'influenza tedesca, geograficamente vicini?
- Gallia Aquitania dove, per influenze di altri popoli (tra cui forse gli Iberi?), i Galli erano più “eterodossi”.
La convivenza dei Galli con Romani e Germani non fu mai priva di problemi.
All'inizio del IV secolo a. C, diverse tribù galliche attraversano le Alpi e si avventano sull'Italia. Nel 390 a. c. assediano Roma e riescono a raggiungere un accordo di resa con i Romani, sconfitta che questi salveranno a loro memoria collettivo e che si vendicherà secoli dopo conquistando la Gallia.
Da questo episodio è famosa la frase di Breno, il condottiero gallico, vai vittima ("Ai dei vinti" in latino) pronunciato gettando la spada sulla bilancia di cui i romani si lamentavano che fossero truccate. Queste bilance pesavano l'oro che entrambe le parti avevano concordato che Roma avrebbe pagato per sbarazzarsi dei Galli.
L'espansione della Repubblica Romana, prima dell'Italia e poi di tutti i territori che circondavano il Mediterraneo a seguito delle guerre puniche, stuzzicò l'appetito romano per la Gallia.
I romani consideravano i Celti barbari a causa della loro tradizioni, con speciale ripugnanza per i sacrifici umani che facevano.
Detti sacrifici, principalmente di prigionieri di guerra, venivano fatti in onore degli dei e facevano parte della cultura celtica dalle sue origini ai suoi ultimi giorni. Questa era una pratica che solo l'irruzione del cristianesimo in scena e la conversione di questi popoli ha potuto fermarsi.
Una volta che la Gallia e parte della Gran Bretagna (le attuali Isole Britanniche) furono conquistate dai Romani, la cultura gallica iniziò un declino, prodotto della sua fusione con la cultura del conquistatori.
Questo processo, chiamato “romanizzazione”, avvenne non solo con i Celti di Gallia, ma anche in altre parti dell'Impero, come il Penisola Iberica, o nella stessa penisola italiana, portando in quest'ultima alla scomparsa della cultura etrusca, assimilata dal Romano.
È quello che è successo, ad esempio, con il linguaggio; il linguaggio Il celtico è il diretto predecessore del moderno gaelico, che in varie forme è parlato sull'isola di Irlanda, Galles e Scozia, gli ultimi territori celtici rimasti. In Francia, nella zona della Bretagna, si parla una lingua celtica, il bretone.
A parte questo, il celtico gallico fu praticamente cancellato, con solo pochi prestiti linguistici sopravvissuti nel francese moderno, oltre ai nomi di luogo e ai nomi propri.
Per quanto riguarda la religione, i Galli - come gli altri popoli celtici - avevano un grande pantheon politeistico, fortemente basato sulla natura, con il quale erano in rapporto diretto.
I sacerdoti di questo culto erano i Druidi, che avevano anche una profonda conoscenza dell'ambiente naturale che li circondava, e dell'uso di erbe e droghe per scopi medicinali.
Tra le divinità più conosciute del pantheon gallico ci sono Toutatis e Belenos.
Sebbene abbiamo l'immagine dei popoli gallici come guerrieri, le prove archeologiche li presentano anche come grandi mercanti.
I resti sono apparsi in diversi oppida rivelano rapporti commerciali e una rete commerciale fluida, con popoli germanici, greci e italiani, nonché tra le diverse tribù galliche, che non ne limita la bellicosità.
Foto: Fotolia - wladislawka / maxiharmony
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