Definizione di etica socratica
Varie / / November 23, 2021
Definizione concettuale
L'etica socratica è l'insieme delle elaborazioni riferite al fare bene, che risultano dai vari sviluppi del filosofo paradigmatico greco Socrate. La condizione di possibilità di questo modo di agire è lo sviluppo della virtù.
Formazione in filosofia
Quando si fa riferimento all'etica socratica, occorre anzitutto segnalare un'importante difficoltà di carattere storico-filologico, cioè che non conosciamo direttamente alcuna fonte testuale in cui Socrate abbia lasciato ha incarnato il suo pensiero. La fonte principale attraverso la quale possiamo avvicinarci al filosofia Socratici sono i dialoghi di Platone e, in misura minore, l'opera aristotelica, nonché alcune commedie di Aristofane. Ciò presuppone una serie di controversie intorno alle idee del filosofo ateniese e, addirittura, sulla sua stessa esistenza storica. Infatti il Socrate che conosciamo è il Socrate platonico, protagonista della maggior parte dei Dialoghi, con vari interlocutori.
Pur con le sue disparate complessità, fonti e interpretazioni, l'immagine di Socrate è stata decisiva per la cultura occidentale, soprattutto per la sua etica; perché, seguendo Aristotele, fu il primo a prendere le definizioni delle cose morali come oggetto del suo pensiero (Aristotele, Metafisica, 987 b1).
Principi su cui si dispiega l'etica
Socrate mette, al centro della riflessione filosofica, non l'universo e la natura, ma l'uomo stesso. In questo senso, la questione del comportamento morale dell'uomo si costituisce come un aspetto centrale del suo pensiero, governato dalla massima delfica "conosci te stesso". Così, Socrate traduce la indagine sulla fisi verso uno sguardo sull'interiorità. Con questo movimentoCiò che viene evidenziato è l'importanza della filosofia, non come mero sapere fine a se stesso, ma nel suo senso pratico. Per Socrate, l'uomo doveva sviluppare la sua conoscenza interiore, poiché quella ricerca era ciò che gli avrebbe permesso di orientare il suo modo di vivere verso il bene.
L'etica socratica mantiene, in questo modo, uno stretto rapporto con la conoscenza. La virtù (areté) è un modo di saggezza e nessuno può volontariamente sbagliare; poiché coloro che peccano lo fanno sempre per ignoranza, finché non conoscono il bene. Ora, la virtù non può essere insegnata come qualsiasi altra conoscenza, perché è conoscenza pratica: la la scoperta delle virtù non è una mera operazione intellettuale, ma richiede che l'uomo prenda coscienza del proprio essere dentro. In questo senso, la saggezza è legata all'etica come via di liberazione spirituale. Le sue forme principali consistono nel dominio dell'anima sul corpo; l'adattamento della vita all'ordine teleologico del mondo; e, a livello politico, sul subordinazione dallo stato a governo del saggio.
La via per il bene
Il compito della filosofia è un compito strettamente umano, in quanto l'essere umano è un essere intermedio tra gli animali, immersi nell'ignoranza, e gli dei, la cui saggezza è assoluta. Solo l'uomo può dunque desiderare di conoscere; Pertanto, la conoscenza è permanentemente in uno stato di oscillazione. Ecco perché la virtù socratica sfocia sempre in una conoscenza imperfetta che, proprio per questo, deve essere costantemente lavorata. Il bene non si impone senza difficoltà, ma l'uomo deve servirsi del suo Libertà per raggiungerlo. Quindi, per Socrate, la saggezza implica una lotta contro se stessi, riconoscendo la propria ignoranza per non esserne sconfitti.
La via del bene sarà, allo stesso tempo, la via della felicità e giustizia. Nell'etica socratica si identificano felicità e virtù. La vera fonte della felicità si trova nell'anima, nella sua perfezione. Tutto il resto è un mezzo a tal fine, ma non ha valore in sé. Compito proprio dell'uomo è raggiungere la perfezione spirituale, contro la quale, lasciandosi vincere da Il piacere - dai piaceri mondani come dal lusso - porta all'ignoranza, e poi nell'agire sbagliato.
Bibliografia
MARTINEZ LORCA, A. (1980) "L'etica di Socrate e la sua influenza sul pensiero occidentale", in Baética Magazine, 3, 317-334. Università di Málaga.
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