Definizione di filosofia cinica
Varie / / January 25, 2022
Professore di Filosofia
La scuola cinica fa parte di a movimento di diverse correnti filosofiche che, come risposta alla situazione politica, economico e sociale, elaborano varie riflessioni su quei modi di vita che portano alla felicità.
Differenza tra cinismo filosofico e cinismo popolare
In primo luogo, il concetto di cinismo (dal greco cinismo) in filosofia con la nozione volgare di cinismo nel linguaggio comune. Nell'antichità, la scuola cinica si formò come una corrente di pensiero che si confrontava con la filosofia idealistica rappresentata dall'Accademia platonica. nella lingua contemporaneo, il termine "cinismo" recupera alcune caratteristiche che erano state assegnate ai rappresentanti della scuola filosofica greca in relazione ai loro modi di vita, ovvero è inteso oggi da "cinico” a qualcuno che disattende le convenzioni sociali e le norme morali, senza rimorsi. Si tratta però di una qualità che, allo stato attuale, non è necessariamente legata a una corrente di pensiero.
D'altra parte, vale la pena sottolineare la difficoltà di effettuare una ricostruzione sistematica della filosofia cinica, poiché, in In molti casi ci sono discrepanze tra le fonti che raccolgono testimonianze, commenti e aneddoti su detto pensiero. In questa linea, il concetto stesso di "scuola" o "corrente" filosofica può essere messo in discussione, fino a un certo punto in quanto non è evidente che il cinismo costituisce una scuola di pensiero uniforme o, piuttosto, un modo di vita; poiché, appunto, uno dei suoi pilastri è la critica alla teoria intesa come sfera separata e indipendente della prassi vitale.
Infine, in relazione alla figura di Diogene di Sinope —come vedremo, uno dei principali referenti della filosofia cinica—, accade qualcosa simile al noto problema socratico, cioè non è possibile stabilire con certezza se si tratti di un individuo storico o di un personaggio "immaginario".
I valori della filosofia cinica
Sebbene Antistene sia riconosciuto come il fondatore della scuola cinica, fu la figura di Diogene di Sinope, detto anche Diogene "il cane", che divenne popolare come rappresentante dei valori cinici, portandoli avanti a modo suo della vita. Il principio di base della filosofia cinica sostiene che, per raggiungere la felicità, è necessario vivere una vita secondo natura. In questo senso, le norme morali sono un ostacolo al raggiungimento della felicità: se osserviamo il animali, soddisfano immediatamente i loro desideri, senza badare a criteri diversi da quelli biologico. Non appena questi criteri diventano morali nella società umana, parallelamente, i desideri diventano insoddisfacenti, quindi la felicità non è mai raggiunta.
La prassi vitale, cioè il modo di vivere, appare allora come l'ambito in cui questi valori possono essere sovvertiti attraverso un'arte di vivere orientata alla libertà e alla felicità. La dimensione della corporalità diventa centrale, come controparte della filosofia idealista platonica, che considerava il corpo in termini di degrado rispetto all'idea. Per i cinici, il corpo ei piaceri del corpo sono costitutivi del potere di agire liberamente, quindi non dovrebbero essere soppressi dal pensiero, come voleva Platone.
Cinici e politica
Per la filosofia cinica, estetica, etica e politica, sono sfere intrecciate nella prassi vitale: rivendicare il corpo e la sua capacità sensibile come luogo da cui partire pensare possedere condotta, l'ethos, diventa una questione eminentemente politica in quanto disloca la separazione tra pubblico e privato nel contesto della polis. La conoscenza, seguendo la filosofia platonica, era qualcosa di proprio dell'intelletto e, quindi, spettava al saggio governare. Il cinico sovverte questa cornice concettuale: la vita non deve seguire precetti meramente intellettuali, quindi, il governo né corrisponde ai saggi; al contrario, se la libertà è intesa in questi termini, si riduce a servitù. Diogene ottenne così il soprannome di "cane", perché il suo comportamento pubblico contraddiceva le convenzioni sociali, poiché non intendeva nascondere i tratti di animalità tipici dell'essere umano.
Riferimenti bibliografici
Baquero Gotor, A. (2020) Il tradimento di Diogene. Letture contemporanee di filosofia cinica. Presse dell'Università di Saragozza.
Vasquez Gomez, V. (2017). Lo scandalo cinico della libertà: uno studio sul concetto di parresia in Diogene di Sinope. Università della Valle.
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