10 esempi di monologo sulla vita
Varie / / January 31, 2022
UN monologo sulla vita è un discorso in cui un singolo partecipante riflette o parla con se stesso della propria esistenza o di quella dell'essere umano.
Il monologo è svolto da una sola persona o da un solo personaggio che, attraverso affermazioni, domande e risposte, medita o medita sulla condizione delle persone, la ragione d'essere della specie umana, la vita quotidiana, i loro pensieri, i loro sentimenti oi loro storia.
I monologhi si trovano generalmente in forme drammatiche, poetiche e narrazioni e, grazie a loro, lettori e spettatori possono conoscere le caratteristiche psicologiche dei personaggi.
Esistono tre tipi di monologhi:
Esempi di monologo sulla vita
- frammento di La vita è un sogno, di Pedro Calderón de la Barca. Il personaggio riflette sulla sua esistenza e sull'illusione e sul sogno della vita.
SEGISMUNDO: È vero; quindi reprimiamo
questa condizione feroce,
questa furia, questa ambizione
Nel caso dovessimo mai sognare
E sì lo faremo, perché lo siamo
in un mondo così unico,
che vivere da soli è sognare;
e l'esperienza mi insegna
che l'uomo che vive sogna
cos'è fino al risveglio.
Il re che è re sogna e vive
con questo inganno comandando,
disporre e governare;
e questo applauso che ricevi
preso in prestito, nel vento scrive,
e lo trasforma in cenere
morte (forte disgrazia!);
che c'è chi cerca di regnare,
visto che deve svegliarsi
nel sonno della morte!
Il ricco sogna la sua ricchezza
che più cure ti offre;
il povero sofferente sogna
la loro miseria e la loro povertà;
sogna colui che comincia a crescere,
sogna chi si sforza e pretende,
chi offende e offende i sogni;
e nel mondo, in conclusione;
tutti sognano quello che sono,
Anche se nessuno lo capisce.
Sogno di essere qui
queste prigioni caricate,
e l'ho sognato in un altro stato
più mi vedevo lusinghiero.
Cos'è la vita? una frenesia
Cos'è la vita? Un illusione,
un'ombra, una finzione,
e il bene più grande è piccolo;
che tutta la vita è un sogno,
e i sogni sono sogni.
- Estratto da "Il segno sul muro", di Virginia Woolf. Il personaggio riflette sull'esistenza e la conoscenza della vita.
Ma quando si tratta del marchio, non sono davvero sicuro. In fondo non credo fosse il segno lasciato da un chiodo; era troppo grande, troppo rotondo. Avrei potuto alzarmi, ma se mi fossi alzato e l'avessi guardata, c'erano dieci possibilità su una che non avrei saputo per certo; perché quando fai qualcosa non sai mai come è successo. Oh sì, il mistero della vita, l'imprecisione del pensiero... L'ignoranza dell'umanità... Per mostrare quanto poco controllo abbiamo sui nostri beni, quanto accidentale è la nostra vita, dopo tanta civiltà-, permettetemi di enumerare alcune cose tra tutto ciò che perdiamo nel corso della nostra vita, a cominciare dalla perdita che mi è sempre sembrato il più misterioso di tutti: quale gatto è in grado di masticare o quale topo è in grado di rosicchiare, tre valigette da legatoria celeste libri? Poi vennero le casse di gabbie per uccelli, cerchi di ferro, pattini di metallo, Braciere in stile Queen Anne, la tavola da sciocchezza, l'organetto... tutto sparito, e anche il gioielliere.
- frammento di Amleto, principe di Danimarca, di William Shakespeare. Il personaggio riflette sulla vita, la morte, la ragione, la vendetta, la coscienza e l'esistenza dell'essere umano.
AMLETO Essere o non essere, questo è il problema. Quale azione più degna dello spirito, subire i colpi penetranti dell'ingiusta fortuna, o opporre le armi a questo torrente di calamità, e mettervi fine con ardita resistenza? Morire è dormire. Non piu? E per sogno, diciamo, sono finite le afflizioni e le pene innumerevoli, retaggio della nostra debole natura... È un termine che dovremmo applicare con entusiasmo. Morire è dormire... e forse sognare. Sì, e guarda qui il grande ostacolo, perché considerare quali sogni possono accadere nel silenzio della tomba, quando abbiamo abbandonato queste spoglie mortali, è un motivo molto potente per fermarci. Questa è la considerazione che rende così lunga la nostra infelicità. Chi, se non fosse questo, sopporterebbe la lentezza dei tribunali, l'insolenza dei dipendenti, gli oltraggi che il merito del uomini indegni, l'angoscia di un amore mal pagato, le offese e le offese della vecchiaia, la violenza dei tiranni, il disprezzo di orgoglioso? Quando colui che soffre questo, potrebbe procurarsi la sua quiete solo con un pugnale. Chi potrebbe sopportare tanta oppressione, sudare, gemere sotto il peso di una vita travagliata, se non fosse il timore che ci sia qualcosa di più oltre la morte (quel paese sconosciuto dai cui limiti nessun viaggiatore ritorna) ci imbarazza nei dubbi e ci fa soffrire i mali che recinzione; prima di andare a cercarne altri di cui non siamo sicuri? Questa preveggenza rende tutti noi codardi, quindi la tinta naturale del coraggio è indebolita dalle pallide vernici di prudenza, le società di maggior rilievo per questa sola considerazione cambiano percorso, non vengono eseguite e si riducono a disegni vani.
- frammento di Passione secondo G.H.di Clarice Lispector. Il personaggio riflette sulla vita, l'esistenza, la realtà e la narrazione.
Ieri, tuttavia, ho perso il mio montaggio umano per ore e ore. Se avesse coraggio, mi lascerebbe perdere. Ma temo ciò che è nuovo e temo di vivere ciò che non comprendo; Voglio sempre avere la garanzia di, almeno, pensando di capire, non so cedere al disorientamento. Come spiegare che la mia più grande paura è proprio legata all'essere? Eppure è l'unico modo. Come spieghi che la mia più grande paura è proprio quella di vivere ciò che sta accadendo? Come spieghi che non sopporto di vedere, solo perché la vita non è quella che pensavo ma un'altra? Come se prima avessi saputo cos'era! Perché vedere produce una tale disorganizzazione?
(...) Voglio sapere cosa, perdendo, ho guadagnato. Per ora non lo so: solo facendomi rivivere è come vivrò.
Ma come rianimarmi? Se non ho una parola naturale da dire. Dovrò fabbricare la mia parola come se ciò che mi è successo fosse creare?
Creerò ciò che è successo a me. Proprio perché il vivere non può essere narrato. Vivere non è vivibile. Dovrò creare sulla vita. E senza mentire. Crea sì, menti no. Creare non è immaginazione, è correre il grande rischio di accedere alla realtà. La comprensione è una creazione, la mia unica via. Avrò bisogno con sforzo di tradurre segnali telegrafici, tradurre l'ignoto in una lingua che non conosco e senza nemmeno capire a cosa servono i segnali. Parlerò in quella lingua sonnambula che, se fossi sveglia, non sarebbe una lingua.
- frammento di Aspettando Godotdi Samuel Beckett. Il personaggio cerca di mostrare l'impossibilità di definire cosa siano la vita e l'esistenza.
FORTUNATO: Data l'esistenza, come dimostrano le recenti opere pubbliche di Poinçon e Wattmann, di un Dio personale barbuto bianco cuacua fuori dallo spazio-tempo che dall'alto della sua divina apatia la sua divina afasia la sua divina afasia ci ama moltissimo con qualche eccezioni...
...non si sa perché ma quello verrà ed ella soffre quanto la divina Miranda con quelli che sono, non si sa perché ma si ha tempo in tormento nei fuochi i cui fuochi fiamme a poco a poco che durano un po' di più e chi può dubitare che finalmente daranno fuoco ai raggi che porteranno l'inferno alle nuvole così azzurre a volte anche oggi e così calme calma con una calma non meno gradita perché intermittente ma non anticipiamo e considerando d'altronde che come conseguenza degli accertamenti incompiuto non anticipiamo le ricerche incompiute ma comunque coronato dall'Acacacacademy of Anthropopopometry di Berna a Bresse de Testu e Conard è stato istituito senza altra possibilità di errore rispetto a quella riferita ai calcoli umani che in conseguenza delle incompiute indagini incompiute di Testu e Conard si è stabilito stabilito cosa...
... ne segue che segue che segue da sapere ma non anticipiamo non si sa perché a seguito dei lavori di Poinçon e Wattmann sia così chiaro così chiaro che in In vista delle opere incompiute di Fartov e Belcher incompiute non si sa perché di Testu e Conard incompiute risulta che quell'uomo contrario al parere contrario che l'uomo in Bresse de Tus e Conard che l'uomo in breve in una parola che l'uomo in una parola in breve nonostante i progressi della lo smaltimento di cibo e rifiuti sta per dimagrire e allo stesso tempo non si sa perché nonostante l'impulso della cultura fisica del pratica di sport come tennis, calcio, corsa e ciclismo, nuoto, equitazione, aviazione, canto, tennis, canottaggio pattinaggio e via...
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