Concetto in definizione ABC
Varie / / May 13, 2022
definizione del concetto
La biopolitica è la forma che assume il potere politico quando prende per oggetto la vita biologica degli esseri umani che compongono un popolo. È stato uno dei concetti più importanti nell'opera del filosofo francese Michel Foucault (1926-1984), presentando diverse sfumature in tutta la sua produzione teorica.
Professore di Filosofia
Genesi e sviluppo del concetto
Il termine biopolitica fu inizialmente coniato dal politologo svedese Rudolf Kyellen (1864-1922), per riferirsi a una concezione organicista della società, dello stato e politica, secondo cui lo Stato si identifica con un organismo biologico, le cui “patologie” devono essere affrontate dalla politica. Fino agli anni '70, questo era stato il significato predominante del termine. Da quel momento in poi Foucault lo riprende in un altro senso, usandolo per riferirsi al modo in cui, nella modernità, il governo statale assume la gestione della vita biologica dell'essere umano.
La biopolitica foucaultiana
Nel corpus teorico di Foucault, la prima formulazione articolata del concetto di biopolitica appare nell'opera La voglia di sapere (1976), per spiegare la trasformazione dei meccanismi del potere a partire dal Seicento. Fino ad allora, il potere era esercitato sotto forma di dritto sovrano di uccidere e lasciar vivere; cioè il potere sovrano era quello legittimato ad uccidere a sua discrezione, lasciando vivere coloro che restavano entro i limiti disciplinari stabiliti.
D'ora in poi, il potere è organizzato sotto due forme complementari, incentrate sulla vita biologica: il discipline del corpo umano, che costituiscono un anatomo-politico, il cui oggetto sono i corpi individuale; e, verso il Settecento, una biopolitica, il cui oggetto è il corpo come essere vivente e come elemento di una popolazione caratterizzato dalla sua appartenenza alla specie umana. In questo senso, l'oggetto principale della biopolitica sarà la gestione dei corpi viventi basata su variabili che descrivono i processi biologici della popolazione: natalità, mortalità, aspettativa di vita, eccetera.
Tra voglia di sapere Y La società va difesa (1976) —sebbene siano testi contemporanei tra loro —, una diversa concettualizzazione del rapporto tra sovranità e biopolitica, nella misura in cui, nel primo caso, questo rapporto appare come un complemento possibile; mentre, nella seconda, il nesso è affermato in termini oppositivi.
D'altra parte, nel Sicurezza, territorio e popolazione (1978) e in La nascita della biopolitica (1979), la questione della biopolitica si pone nel contesto della razionalità dello Stato moderno, in particolare sotto il regime della ragione di governo del liberalismo.
In ogni caso, va notato che il concetto di biopolitica non implica una categoria generale di analisi, applicabile indistintamente a qualsiasi momento storico, né descrive il "superamento” di un'epoca precedente, segnata dal potere sovrano. Piuttosto, consiste in un metodo per leggere le pratiche politiche della modernità nella loro specificità, tenendo conto considerare la memoria delle lotte sociali e disattendere le tradizionali categorie universali del storiografia.
La concezione della biopolitica dopo Foucault
Un altro degli autori che ha elaborato un importante sviluppo del concetto di biopolitica è stato il filosofo italiano Giorgio Agamben (1942), che lo pone, a differenza di Foucault, come elemento fondamentale della nascita della politica di Ovest. La sua lettura è incentrata sull'analisi del quadro giuridico-politico dell'Antichità, che si basa sulla differenziazione tra vita nuda (vita nel suo senso biologico) e vita nel contesto della polis e della Città-Stato romana. L'argomento agambeniano sostiene che la sfera della politica si fonda sull'esclusione paradossale della vita biologica. che, essendo considerato al di fuori della comunità politica, resta a disposizione del potere sovrano e, quindi, al di fuori della tutela del legge, a titolo permanente Stato di eccezione. In questo senso, tutta la politica occidentale è, in definitiva, una biopolitica, fin dalla sua condizione di possibilità risiede nella logica dell'esclusione della nuda vita, che giustifica il potere di sovranità.
Riferimenti bibliografici
Castro, E. (2008). Biopolitica: dalla sovranità al governo. Rivista latinoamericana di filosofia, 34(2), 187-205.
Rosas, C. m. (2012). La biopolitica nel mondo contemporaneo. rivista della società e equità, (3).
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