Importanza del bombardamento di Guernica
Varie / / August 08, 2023
Giornalista specializzato e ricercatore
Quando si guarda il capolavoro di Picasso, si coglie rapidamente il caos, la paura, la distruzione e la morte. Questo dipinto non è solo il risultato di un'ispirazione, ma è la denuncia di un fatto reale: il suo nome è quello del popolazione bombardò selvaggiamente Basque il 26 aprile 1937.
Il fatto divenne rapidamente un'icona antifascista e sull'orrore della guerra. Picasso iniziò a dipingere la sua opera dopo poche settimane, terminandola nel giugno dello stesso anno. Il dipinto rappresenta l'orrore vissuto, diventando immediatamente un'immagine iconica, al servizio di tutto il storia per illustrare murales e atti vari a favore della pace e contro la guerra.
Guernica (in basco, Gernica) è una popolazione basca molto importante per la storia e l'immaginario collettivo di quel paese.
In esso si trova l'Albero di Guernica, sotto il quale si riunivano le Assemblee Generali di Biscaglia e, in precedenza, i signori di Biscaglia avrebbero giurato i loro privilegi. Questo albero venerabile simboleggia le libertà del popolo basco.
Quindi, più che una posizione strategica, Guernica aveva una carica simbolica: attaccarla equivaleva ad attaccare il radici del popolo basco, al quale gli insorti volevano togliere la propria identità per sostituirla con la Castigliano.
Il pretesto usato per l'attacco fu la presenza di soldati repubblicani che si stavano ritirando per preparare la difesa di Bilbao, così come tre fabbriche di armi stabilite nel posizione.
Il vero retroscena di questa azione va ricercato in diversi fattori, il primo dei quali è la volontà repressiva dei ribelli, che avevano già compiuto vari atti sanguinosi contro la popolazione civile e i combattenti repubblicani, come la sanguinosa presa di potere Badajoz.
D'altra parte, gli interessi militari tedeschi, la cui Legione Condor (unità di volontari che prestano servizio dalla parte dei ribelli e utilizzano materiale bellico tedesco appena coniato) ha effettuato l'attacco. Per i comandanti era importante testare tattiche, materiali e uomini per ottenere risultati e trarne conclusioni, di fronte a una conflagrazione globale che era già in vista.
Il bombardamento è iniziato poco dopo le quattro del pomeriggio, terminando intorno alle sette e mezza.
All'azione parteciparono, oltre alla Legione Condor, anche l'aviazione italiana. Erano dispositivi che avrebbero poi visto l'azione durante la seconda guerra mondiale: i bombardieri tedeschi Junkers Ju-52, Heinkel He 111 e Dornier Do 17, scortato da caccia Heinkel He 51 e Messerschmitt Bf 109 sul lato tedesco, con bombardieri Savoia S-79 e caccia Fiat CR.32 sul lato tedesco italiano.
Nonostante in seguito i portavoce dei ribelli abbiano indicato che l'obiettivo era il ponte sul fiume Oka, le munizioni utilizzate (incendiarie) non erano adatte a tale compito.
Il paese fu completamente devastato e sta di fatto che il ponte fu lasciato intatto, proprio come se fosse stato tirato su solo come pretesto a posteriori.
Le munizioni adeguate se l'obiettivo era quello di far saltare in aria il ponte avrebbero dovuto contenere qualche tipo di esplosivo ad alto potenziale. Nel frattempo, le munizioni incendiarie mancavano di potere penetrante ed esplosivo, ma scatenavano fuochi in alto temperatura, adatto per distruggere case ed edifici.
Un'altra prova che il vero obiettivo non era il ponte ma dare una lezione alla popolazione civile è stato il fatto che i combattenti mitragliassero le colonne di civili in fuga.
Il numero delle vittime è in discussione, non ci sono dati definitivi, ma gli studi più attuali mostrano un bilancio tra i 250 ei 300 morti.
Il primo dato, ripreso dai media internazionali, è stato fornito dal governo basco, e ha indicato 1.645 morti, una cifra che è stata successivamente considerata eccessivamente grande, nonostante la suddetta impossibilità di conoscere con certezza il numero delle vittime.
La maggior parte della città fu ridotta in cenere.
Inizialmente, la parte franchista ha rifiutato di riconoscersi come l'autore dell'attacco.
Le prime dichiarazioni dei ribelli miravano a negare i fatti, attribuendo la colpa dell'attacco alle stesse forze basche! La loro tesi è che avevano effettuato l'attentato e poi li avevano incolpati.
Questo argomento è stato sostenuto dal regime franchista, e nonostante le prove che lo negavano, fino alle sue fasi finali, arrivando poi a parlare di "errore di calcolo".
Arte Fotolia: torre76
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