Esempio da The Autobiography: The Intimate Diaries
Redazione / / July 04, 2021
I diari privati rivelano nei loro autori l'intenzione di essere onesti con se stessi, di conoscersi più che di giudicarsi moralmente. Come modello di questo genere abbiamo Il diario di Anna Frank. La ragazza Anna Frank si racconta la sua vita, lo fa senza pensare alle opinioni delle generazioni future, scrive con indiscutibile autenticità. Diamo un'occhiata ad alcune righe del suo diario.
Sabato 20 giugno 1942.
"Sono diversi giorni che non scrivo: avevo bisogno di riflettere, una volta per tutte, su cosa significa un Diario. È una sensazione unica per me esprimere i miei pensieri, non solo perché non ho ancora mai scritto, ma perché mi sembra che, in seguito, né io né nessun altro saremmo interessati alle confidenze di una scolaretta di tredici anni. Comunque, questo è irrilevante. Voglio scrivere e ancora di più sondare il mio cuore su ogni genere di cose. "Il ruolo è più paziente degli uomini." Questo detto mi è venuto in mente un giorno di leggera malinconia quando mi annoiavo più che potevo, con la testa appoggiata alle mani, troppo turbato per decidere di uscire o di restare a casa. Sì, infatti, la carta è paziente e, poiché presumo che nessuno si preoccuperà di questo taccuino in cartoncino degnamente Diario, non ho intenzione di farlo mai leggere, a meno che non trovi nella mia vita l'amico a cui mostraglielo. Eccomi arrivato al punto di partenza, all'idea di iniziare un Diario: non ho amici.
Per essere più chiaro mi spiego meglio. Nessuno può credere che una ragazzina di tredici anni sia sola al mondo. Certo, non è del tutto esatto: ho dei genitori che amo molto, e una sorella di sedici anni; Ho, insomma, una trentina di compagni e, tra questi, i cosiddetti amici; Ho un'abbondanza di ammiratori che mi seguono con lo sguardo, mentre quelli che, in classe, sono mal posizionati per vedermi, cercano di afferrare la mia immagine con l'aiuto di uno specchietto tascabile. Ho famiglia, zie e zii gentili, una bella casa. No. A quanto pare non mi manca niente, tranne l'amico. Con i miei compagni posso solo divertirmi e nient'altro. Non riesco mai a parlare con loro più che volgarità, anche con uno dei miei amici, perché è impossibile per noi diventare più intimi; qui sta la difficoltà. Quella mancanza di fiducia è forse il mio vero difetto. Ad ogni modo, mi trovo di fronte a un fatto compiuto, ed è abbastanza pietoso non poterlo ignorare.
Da qui il motivo di questo Giornale. Per evocare al meglio l'immagine che mi sono forgiato di un amico tanto atteso, non voglio limitarmi a semplici fatti, come fanno tanti, ma voglio che questo Diario personifichi l'amico. E questa amica si chiamerà Kitty." (Cfr. Bibliografia complementare, N? 20)