Esempio di cranio letterario
Letteratura / / July 04, 2021
Il calaverità letteraria È una composizione tradizionale messicana, realizzata in modo picaresco e divertente attraverso versi e filastrocche, in un tono malizioso o ironico su una persona, che potrebbe essere ancora viva o su qualcuno che l'ha già deceduto. Questa espressione letteraria è usata nelle date vicine alla festa del Giorno dei Morti.
I teschi letterari sono conosciuti in Messico fin dal XIX secolo, essendo chiamati inizialmente "Pantheon"; Tuttavia, ci sono indicazioni della sua origine ed esistenza fin dai tempi coloniali nel XVIII secolo, quando i creoli scontenti scrivevano pasquines sotto forma di epitaffio, rendendo noto il loro disaccordo con le autorità. Sono stati vietati dai governi vicereali per essere utilizzati come mezzo per criticare i personaggi importanti del momento.
In un calaverità letteraria Si fa allusione ad alcune caratteristiche della persona a cui è dedicato, che possono essere sia cose legate al fisico della persona, la sua professione, gusti, hobby, ecc. È strutturato in forma di epitaffio, regolarmente per mezzo di versi o semplici rime. Ci sono anche piccoli teschi che alludono a un evento, personalizzandolo e dandogli una satira simile a quella usata con le persone.
Al momento il calaverità letteraria continuano ad essere usati per criticare personaggi pubblici, e sono anche dedicati a chiunque.
Sebbene possano essere fatti in qualsiasi momento, è tradizione farli durante i festeggiamenti intorno ai festeggiamenti di giorno della morte il 1 e 2 novembre.
Esempio di teschio letterario:
Che Dona Elvira è malata e non bada a se stessa,
Se continui così con la tua salute, raggiungerai presto la bara.
Clodomiro era un habitué del vino,
E un giorno di tanto vino che bevve,
La tilica piangente lo portò via.
Gli offrì il suo vino per evitarlo,
Ma lei gli ha detto, non bevo vino
E gli disse che era venuta solo per lui,
E che l'avrebbe preso anche se pesasse un barile.
Roberto era un orbo,
che sempre passeggiava per il porto,
Un giorno lo ingaggiarono su una barca,
E sono andati al mare.
Quando partirono vide nel porto,
Alla catrina che le ha parlato,
E per fuggire dalla morte,
L'impertinente prese il timone,
Girare la barca all'improvviso.
Poiché non potevo vedere da un lato,
Andò a schiantarsi nel guado,
Facendo rotolare la nave su un fianco,
Schiacciare tutte le persone.
In quella venne la morte,
E disse all'improvviso,
non sono venuto per te oggi,
ma per essere così avventato,
Ti porterò con tutte le persone.
ti ho parlato per salvarti,
Bene, oggi non dovrei toccarti.
Ma per quello che hai fatto
Vai dritto al buco.