Definizione di teoria queer
Varie / / June 05, 2022
definizione del concetto
Insieme di correnti di pensiero che si iscrivono nel quadro della nozione di queer, che deriva, nella sua origine, dai movimenti politici di dissidenza identitaria, in particolare dalle dissidenza di genere. In altre parole, è un termine che è stato coniato nell'ambito di una lotta politica e poi recuperato da alcune pratiche accademiche.
Professore di Filosofia
L'organizzazione di movimento Sociale queer ha avuto un profondo impatto in ambito accademico, di conseguenza, all'interno di alcuni circoli dedicati agli studi culturali e al femminismo, è stato coniato il termine queer. espressione teoria omosessuale. Questo processo ha avuto luogo, principalmente, negli Stati Uniti, ma si è esteso, nel panorama dell'accademia, a scala planetaria. La filosofa italiana Teresa de Lauretis (1938) è stata una delle prime a recuperare il termine queer per rendere conto del cambiamento prodotto all'interno delle discipline umanistiche rispetto agli studi gay-lesbiche, sulla base della diagnosi che queste ultime mostrassero una tendenza all'omogeneizzazione e alla normalizzazione di quella che, inizialmente, era stata considerata una posizione dissidente.
Il queer, in questo senso, ha superato le categorie della discorsività omosessuale, evidenziando le intersezioni con le categorie di razza e classe sociale. Quindi, genere, pratiche sessuali, razza e status di classe erano categorie che, in pratica, apparivano interconnesse, tanto che la teoria doveva analizzarle nel loro insieme. Attualmente, gli studi queer sono stati consolidati all'interno dell'accademia come argomento di riflessione specifica.
Le origini del concetto queer
La parola queer —tradotta dall'inglese come "strano", "strano"—era usata nel linguaggio corrente (nelle società anglofone contemporanee), come un modo di chiamare, con connotazione dispregiativa, persone che si identificavano con identità di genere e sessuali non rispondenti agli “standard” imposti dalla società, vale a dire le persone che non erano eterosessuali o la cui identità di genere non corrispondeva alla loro assegnazione di sesso alla nascita (persone transgender).
Verso la fine del 20° secolo esiste a movimento di riappropriazione del termine, da parte di coloro che sono stati segregati dalle loro scelte sesso-genere, che prendono la queerness come una bandiera sotto la quale si rivendica una posizione economica, politica e culturale. Di fronte all'ordine sociale attuale, affermare di essere queer era un modo per resistere a una serie di violenze strutturali che si presentava in termini di normalità. Così, all'interno della società americana, la parola queer comincia ad essere usata, in a ironico, invece di “gay” —la cui traduzione in spagnolo è “allegro”—risignificandone l'uso per denunciare il discriminazione verso quelle identità.
In questo modo, progressivamente, si è costituito il movimento queer, come movimento sociale articolato intorno alla rivendicazione di modi di dissidenti rispetto a una società che era basata sull'esclusione, sull'emarginazione e che esercitava molteplici forme di violenza nei confronti di chi non si adeguava il regola stabilito. Il movimento queer prende in eredità il organizzazioni politiche femministe e gay/lesbiche degli anni '60 e '70, considerate pioniere nella lotta alla discriminazione tra sesso e genere.
Il genere contestato
Il lavoro della filosofa americana Judith Butler (1966) Il genere contestato (1990) è riconosciuto come uno scritto di riferimento per la teoria queer. Lì, da un lato, è stata sollevata una critica all'eterosessismo predominante all'interno della teoria femminista fino a quel momento e, dall'altro, una riflessione sui modi in cui le norme di genere imposte tacitamente nelle società occidentali hanno reso invivibili alcuni tipi di genere vite.
La scommessa più forte delle elaborazioni di Butler è stata quella di mostrare come il genere e la sessualità sono costruiti o agiti, sulla base di pratiche, convenzioni e istituzioni; pertanto, non si verificano naturalmente né dipendono strettamente da dati biologici.
Sebbene Butler enfatizzi gli studi di genere, i suoi sviluppi si estendono ad a elaborazione del identità, in termini generali, come risultato di una serie di pratiche che sono materiali e che possono variare nel tempo, differenza rispetto al modo in cui la tradizione occidentale l'aveva definita, sotto categorie essenzialiste, come un invariabile e ideale.